Tradizioni - Alla scoperta di Civitella Roveto

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Tradizioni

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 Amelia De Blasis

La Storia della Mammoccia

La storia della “Mammoccia” inizia… nella notte dei tempi, quando non esistevano ancora il cinema, la televisione, i video-games, internet…
Il suo scheletro veniva realizzato in canne comuni ed il rivestimento era costituito da steli secchi di frumento o da semplici sacchi di iuta, poi da carta, carta pesta, poi ancora da normale stoffa.
Spesso, in taluni luoghi, veniva realizzata a somiglianza di qualcuno, per prenderlo in giro bonariamente, ma poi tutto finiva in allegria e lo scherzo sfociava in una sbicchierata  collettiva.
La “Mammoccia” (chiamata anche in altri paesi del circondario, “Pupazza” o “Signora”), veniva costruita da un rappresentante del comitato delle feste patronali ed era tenuta nascosta fino al momento del ballo in piazza.
Con l’accompagnamento della banda o dell’orchestra, o di una fisarmonica, seguendo un cerimoniale ben preciso, la “Mammoccia” ballava in piazza, guidata all’interno dello scheletro di canne, dallo stesso costruttore o dal più bravo ballerino del paese.
Alla fine del ballo la “Mammoccia” veniva bruciata, con soddisfazione e gridi di gioia, specie dai bambini più piccoli che, a dir la verità, hanno sempre avuto paura di essa anche perché tante volte, nella vita di tutti i giorni era stata loro additata come uno spauracchio: “Attento a te, ecco la Mammoccia!”.
Il rito propiziatorio del ballo voleva rappresentare il male, la morte, che con l’incendio della  “Mammoccia” venivano vinti.
In tempi più recenti, con l’avvento di nuove forme di spettacolo in occasione delle feste in piazza, il ballo della “Mammoccia” andava scomparendo.
Sono via via venuti meno anche i pochi “eletti” che custodivano gelosamente i segreti per la sua costruzione, pertanto le tecniche non si sono potute tramandare a sufficienza e tendono a scomparire.
Allo scopo di evitare una completa perdita delle notizie connesse alla costruzione delle  “Mammocce”, l’Associazione Avis di Civitella Roveto, grazie ai consigli di alcuni anziani ed alla consulenza di qualche “vecchio costruttore”, ha iniziato da qualche anno, una manifestazione affinché la memoria storica non vada perduta…
Per tramandare alle future generazioni le tecniche costruttive, è stata scelta la categoria più debole (emotivamente parlando), ma più forte per quanto riguarda la probabilità di sopravvivenza di questa tradizione: i bambini.
Tale scelta vuol rappresentare una rivincita all’antica intimidazione degli adulti “Attento a te, ecco la Mammoccia!”.
Ora, a Civitella Roveto, i bambini non hanno più paura della “Mammoccie”, anzi … le costruiscono!

Ogni anno la manifestazione ha luogo in Piazza San Giovanni durante il mese di Agosto. Per conoscere le date precise consulta il sito nei mesi estivi.   

 
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