Il molino scomparso - Alla scoperta di Civitella Roveto

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Il molino scomparso

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Il nostro paese in tempi antichi, probabilmente intorno all’anno 1000, venne edificato su un piccolo promontorio a forma di di fiasco, difeso in modo naturale su due lati da due torrenti che scorrono più in basso rispetto all’abitato.

Guardando il centro storico dal basso, a sinistra scorre il fosso S. Leonardo ed a destra il fosso della Moletta, entrambi sfociano nel fiume Liri.


Il molino scomparso.
Particolare della mappa di Civitella del 1908 (prima del terremoto).

Un torrente dei due (quello della Moletta) oltre ad essere un mezzo di difesa, era utilizzato fino a diversi anni fa per alimentare le pale di un molino.

Il torrente tramite una deviazione riempiva un invaso artificiale, posto a monte del molino, e serviva come riserva idrica per far girare il molino in modo costante.
Il mugnaio apriva e chiudeva delle saracinesche, una in alto per riempire l’invaso e la chiudeva una volta riempito, l’altra in basso veniva aperta per alimentare le pale e macinare cereali e granturco.
Il tutto in modo completamente ecologico
Il molino funzionò fino alla fine degli anni ’60 del secolo scorso, quando se ne utilizzarono altri ad energia elettrica più potenti e performanti.
Successivamente l’edificio, che inglobava anche l’abitazione della famiglia del mugnaio venne demolito per lasciare spazio ad altre costruzioni.  


Nella foto del 1950 l’ultimo mugnaio del molino ad acqua Luigi Romano, sua moglie Maria Giovanna Persia ed il piccolo Mario.
 
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