L'asilo infantile - Alla scoperta di Civitella Roveto

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L'asilo infantile

Storia e archeologia

Dopo il terribile terremoto del 13 gennaio del 1915 che colpì Avezzano e l'intera Marsica, causando morti e distruzioni, tutti gli italiani si prodigarono a raccogliere indumenti, coperte e generi di prima necessità da inviare ai terremotati (potete consultare su questo sito nel menù Storia e archeologia la pagina Terremoti nello scorso secolo dove sono indicati gli epicentri e la magitudo degli eventi sismici).
Encomiabile fu l'impegno della città di Genova e dei liguri che grazie alla loro generosità, iviarono inizialmente beni di prima necessità e somme di denaro, donando successivamente con i loro fondi raccolti, tre asili infantili: uno a Civitella Roveto e gli altri due a Civita d'Antino e Morino. Essi ne curarono la costruzione e gli arredi. Il 13 settembre del 1925 consegnarono alla popolazione i tre edifici, con una cermonia di inaugurazione, alla presenza di una loro delegazione e della amministazione e la popolazione dei tre comuni. Di seguito la cronaca dettagliata di tale evento, tratto dal Bollettino municipale del Comune di Genova del novembre del 1925.

Il 13 gennaio 1915 la immane latente forza insidiosa della natura s'abbatté fulminea su alcune fra le più belle regioni d' Italia. In pochi secondi una fortissima scossa di terremoto aveva gettato sulla strada popolazioni atterrite, abbattuto cittadine fiorenti e tranquilli paesi, ucciso migliaia di italiani, scagliate frane di macerie. Le notizie tremende in quei giorni si succedevano in una corsa vertiginosa che ad ogni ora, ad ogni momento facevano tremare il nostro animo di commozione per le rivelazioni spaventose che ci arrecavano. Quando finalmente abbiamo potuto conoscere anche in modo approssimativo l'entità del disastro che aveva colpito quelle pittoresche regioni, da Genova, dalla Liguria, come da tutta I' Italia, venne con slancio nobilissimo e pietoso espressa una sola volontà: aiutare con soccorsi i fratelli disastrati. Il Comune di Genova, nominata d' urgenza una Commissione, inviava sul posto il consigliere Conte Giuliano Gambero e il Comm. Achille Bava, mettendo a loro disposizione una somma con la quale fu possibile fornire ai danneggiati di Civitella Roveto, Civita d'Antino, Morino, Meta e Rendinara, indumenti, coperte, materiali vari, generi mangerecci. Intanto nella nostra città ferveva il lavoro per raccogliere fondi e materiale atto ad allievare quei terremotati e tutti, società, enti e privati, andavano a gara per lo scopo benefico; difatti in poco tempo fu possibile raccogliere una rilevante somma. La Commissione Esecutiva deliberò di impiegare il danaro disponibile per opere costruttive di carattere permanente e cioè per costruzione di case, di asili, fornendo provvisoriamente tegole, concatenazioni di ferro, copertoni e legname per baracche. Ogni città e regione d' Italia scelse una parte della zona terremotata da soccorrere e Genova prescelse la valle del Liri e cioè i Comuni di Civitella Roveto, Civita d' Antino e Morino. Prima di sciogliersi la Commissione Provinciale di Soccorso visto il risultato soddisfacente della pubblica sottoscrizione, visto che tale fondo non si era esaurito con le spese occorse per i primi e più urgenti soccorsi, deliberò, in linea di massima, l'impiego del danaro per la costruzione di asili infantili nei Comuni di Civitella Roveto, Civita d'Antino e Morino, dotandoli convenientemente onde potesse essere assicurato il regolare funzionamento degli asili stessi. Oggi finalmente questo desiderio è stato tradotto in atto ed alla presenza della delegazione genovese e delle autorità indigene è avvenuta la con-segna ufficiale dei tre caseggiati.
Il 13 settembre 1925 il Commissario Prefettizio di Genova, on. Broccardi, accompagnato dal comm. Bava, dal comm. Oddone, dal comm. Badano e dal sig. Schiappacasse, costruttore dei tre asili, giunsero a Civitella Roveto accolti dal sottoprefetto di Avezzano, dall'ingegnere capo del genio civile, dal provveditore agli studi, dal Sindaco e da altre autorità della regione. Anche la popolazione con bandiere e musica mosse incontro alla delegazione di Genova inneggiando alla nostra città. I bambini agitavano ramoscelli di olivo, e bandierine italiane. Scambiati i saluti colle autorità, si formò il corteo che si diresse al nuovo asilo. L'edificio è semplice e sobrio; risalta su tutte le costruzioni che ha d'attorno, ed è circondato da un bel giardino, chiuso da una cancellata. È arredato con signorilità e buon gusto e risponde a tutti i requisiti dell’igiene edilizia e scolastica, inondato com' è di aria e di luce. Le autorità, dopo aver visitato e ammirato l’edificio, che per la circostanza era imbandierato ed inghirlandato, entrarono nell'aula maggiore per la cerimonia della consegna. Prese per primo la parola l'on. Broccardi, Commissario Prefettizio della nostra città, e rievocò i giorni di dolore nei quali Genova accorse in soccorso dei fratelli della Marsica, e la deliberazione presa di costituire, coi fondi sopravanzati, un comitato per la ricostruzione della terra desolata dalla immane catastrofe, costruendo tre asili infantili, uno per ciascuno dei comuni di Civitella Roveto, Civita d' Antino e Morino, ed infine la gioia di Genova nell' assolvere oggi all'impegno assunto facendo consegna degli asili ai rispettivi Sindaci. Aggiunse che ciascun edificio sarà dotato d'un reddito annuo di 3.600 lire come contributo alle spese di esercizio. Concluse il suo dire accennando ai sentimenti di fratellanza e di amore che Genova nutre verso le popolazioni della Marsica, così dolorosamente colpite. Le parole dell’on. Broccardi furono accolte da applausi ed evviva a Genova, mentre da fuori giungevano le note della marcia reale e salve di gioia. All’ on. Broccardi risposero il Sindaco, un sacerdote e un maestro esaltando I' atto munifico compiuto dal popolo della Liguria e quello del forte e gentile Abruzzo sui campi della vittoria, dove le due regioni confusero il sangue generoso dei loro figli per la grandezza dell’Italia.
Risposero il Sindaco e il Parroco inneggiando entrambi a Genova superba e generosa. Alla cerimonia, chiusasi fra l'entusiasmo della popolazione, seguì una colazione alla quale parlarono il prof. rev. Di Rocco, il Sindaco, il provveditore agli studi e una maestra, tutti esaltando il dono e l’utilità che ne verrà alla popolazione del paese. Rispose l'on. Broccardi a nome di Genova e di tutta la Commissione, ringraziando per le accoglienze ricevute che avranno un'eco simpatica a Genova e fra tutti coloro che contribuirono coi mezzi e colle opere a far sorgere i tre asili. La rappresentanza di Genova, seguita dalle salve e dalle acclamazioni, si accommiatò quindi dalla popolazione di Civita d' Antino e si recò a Morino. Entrati nel terzo asilo venne impartita la benedizione all' edificio; poi I' on. Broccardi disse la commozione della rappresentanza di Genova per le affettuose accoglienze ricevute dalla Marsica; disse del cuore dalla Città di Genova a mezzo del Comitato a favore della Marsica. Impartita la benedizione all' Asilo, venne redatto il verbale di consegna, sottoscritto dell’on. Broccardi, dal Sindaco di Civitella Roveto e da molti intervenuti. Venne quindi servito un vermouth d'onore, dopo di che la delegazione di Genova, salutata di ovazioni, si recò a Civita d' Antino, posta a 900 metri sul livello del mare, nella valle del Liri. Anche qui la delegazione di Genova venne accolta e salutata cordialmente da tutta la popolazione. Il corteo, colla delegazione e con le autorità in testa, si recò al nuovo asilo; anche questo è posto in mezzo a un vasto e ridente giardino, dal quale si domina la valle del Liri. Una targa apposta recentemente fece notare che la via conducente all'asilo è stata denominata «Via Genova». Tutti i presenti entrarono nell'aula maggiore del nuovo asilo. L'on. Broccardi ne fece la consegna al Sindaco, in nome della Superba, esponendo il significato del dono deliberato in un giorno di dolore e di lagrime e compiuto in un giorno di esultanza, dopo che nuovi indissolubili vincoli di fratellanza si sono creati fra il fraterno con cui Genova faceva quel dono alle popolazioni dell'Abruzzo e come i tre asili dovessero restare nella martoriata regione come monumenti ad attestare l'amore indissolubile che unisce tutte le regioni italiane nella lieta come nell'avversa fortuna, e concluse rilevando come su questi tre asili, non per invocare la pietà altrui, ma per attestare la saldezza dell' unità italiana, si potrebbe scrivere il verso del divino Poeta: « Vieni a veder la gente quanto s'ama!». Con viva gioia i presenti accolsero le parole del Commissario, mentre i bambini gli si facevano attorno porgendogli mazzi di fiori, sui quali erano appuntati biglietti colla scritta: «I bambini di Morino alla città di Genova». La rappresentanza di Genova si accommiatò dalla popolazione di Morino fra manifestazioni di viva gratitudine, specialmente da parte dei bambini che agitavano le manine in segno di gioia e di saluto. Il comm. Badano e il comm. Bava vennero in special modo festeggiati poiché quelle popolazioni ancora li ricordavano quando fra i primi si recarono colla Commissione Genovese a portar loro quei soccorsi tanto necessari di vitto e indumenti.
 
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