Ottobre - Alla scoperta di Civitella Roveto

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Ottobre

UNO SGUARDO NEL PASSATO
Anche la nostra Valle, come gran parte dei territori del mezzogiorno, dal 1860 al 1869 fu teatro di scontri tra le bande di briganti e le truppe piemontesi, spalleggiate dalla guardia nazionale. I briganti fecero razzie ed incursioni nei nostri paesi, per poi trovare rifugio e protezione al di là della frontiera pontificia, posta sulla cresta dei Monti Simbruini ed Ernici. Il primo scontro armato si verificò il 6 ottobre 1860 tra alcuni battaglioni di briganti, comandati dal La Grange e un gruppo di garibaldini lungo la strada nazionale a sud di Civitella Roveto. Nello scontro i seguaci dei borboni ebbero la meglio e conquistarono la vallata. I capi dei briganti, che operarono maggiormente nella Valle, furono: Giacomo Giorgi, Luigi Alonzi, detto “Chiavone”, Rafael Tristany…Le persone di Civitella sospettate di brigantaggio furono: De Roccis Giuseppe, De Roccis Giovanni, Sciarra Antonio, Villa Antonio, Mattei Vincenzo e Giovanni, Romano Agostino, Ottaviani Gioacchino, Montaldi Vincenzo detto “Calabraghe”, Ottaviani Basilio, Giardini Luigi detto “Buccimazzo”. In questo periodo perse la vita il giudice di Civitella Federico Venerosi. Trovato nascosto in un pagliaio fu percosso barbaramente e ferito a morte. Riportiamo una curiosa descrizione di uno dei briganti: “OTTAVIANI GIOACCHINO, di anni 22, brigante della banda Tristny, processato per minacce a mano armata e sequestro di animali, fuggito nel settembre 1861 sui monti di Filettino; statura corta, capelli castagna, occhi castagni, barba crescente, d’indole infame”.
Il 13 ottobre 1958, a Civitella Roveto, entrò in funzione la Scuola Statale di Avviamento Professionale a tipo industriale che, nei primi tempi, accoglieva alunni provenienti da ogni paese della Valle Roveto.

SAPETE CHE…

In questo periodo dell’anno il contadino aveva un gran da fare: arare i campi con i buoi, preparare i terreni per la semina del grano “lu riitino”, raccogliere castagne, cogliere cachi, mele, pere…anche immaturi, per poi poggiarli sulla paglia e favorirne la maturazione (cu gliu tempo i cu la paglia se maturano le nespule). Gran lavoro soprattutto per la vendemmia. Nelle vigne popolate si intonavano stornelli, cui si rispondeva da vite a vite. L’uva bianca e l’uva nera passava velocemente tra le mani invischiate dei contadini che la mondavano dagli acini secchi o guasti e ne empivano “biunzi” (bigonci) e “cistruni” (grosse ceste) che venivano trasportati da asini e cavalli nelle cantine, preparate con molta cura diversi giorni prima della vendemmia. L’uva veniva buttata nelle vasche e pigiata con i piedi nudi. Con l’uva Montepulciano, per il vino rosso e “lu Campulese” per il bianco, si faceva la “sbagata”. Con le mani  si mescolavano velocemente i grappoli, in questo modo gli acini staccati dai raspi potevano essere pigiati, servivano per fare “ju cappeglio” alle botti colme di mosto. Il mosto spumeggiante veniva preso “dagliu puzzitto” con “gliu manerono”, grosso mestolo di rame, versato nella conca e poi nelle botti. Tutto il paese era avvolto da un  dolce odore inebriante di uve. Per evitare che le botti perdessero vino, il contadino preparava un impasto, “rascia”, con cenere di quercia e “sivo” (sego) con cui sigillava le botti.

PROVERBI
   
• “Turrucina d’ottobbaro, imerno callo
”.
Se tuona in ottobre l’inverno sarà mite.
• “Ottobbaro sp(e)rnacchiato, vaccaro affamato

Se ottobre non è umido non si può arare.

VOCABOLI DIALETTALI

MUTTIGLIO
: imbuto
ACCHIURCITURO
: torchio

VECCHIA FILASTROCCA

Ello la luna
Ello la stella
Ello la casa la piccirella.
Ello gl’iupo n’catenato
S’aarrubbato gliu crastato.
Gliu crastato n’é gliu me
E d(e) tata vicchiareglio.
Tata vicchiareglio e ito a Roma
M(e) r(e)porta la curona
La curona nu ne bella
M(e) r(e)porta la ciammella
La ciammella nu ne cotta
M(e)  r(e)porta la r(e)cotta
La r(e)cotta ne salata
M(e) reporta la nzalata
La nzalata e senza oglio
Va a Campidoglio.
Campidoglio sta serrato
Piglia la macciocca i tirat(e)lla ncapo.

GIOCHI DEI NONNI

TRUCCHITTO. GIOCO CON CASTAGNE O NOCI
Si fa la conta per chi comincia il gioco.
Il primo giacatore lancia, non molto lontano, una castagna; il secondo cerca di colpire la castagna dell’avversario con il suo frutto. Se ci riesce può mangiarla, se invece fallisce, il primo giocatore raccoglie la propria castagna e, da fermo, la fa cadere (trucchia
) su quella dell’avversario. Se la colpisce, vince e la mangia. Il gioco ricomincia con il giocatore che ha trucchiato da fermo.

CONSIGLI DELLA NONNA

DATE ZUCCHERO AI FORMAGGI
Strano, ma vero: una zolletta di zucchero nel portaformaggi è quel che ci vuole! Eviterà che all’interno si crei umidità eccessiva che favorisce la muffa.

UN’ ANTICA RICETTA

PATATE  ‘NGHIUATE
(INCHIODATE)
Tagliare a metà le patate (senza sbucciarle), ricavare un piccolo buco al centro, riempirlo con pezzi di salsiccia e pancetta, riunire i pezzi di patate, fermarle con un bastoncino e porle sulla piacina. Ricoprire con “gliu coppo”, brace e fuoco. Aspettare la cottura (circa un’ora).


Realizzato dalla Classe Quinta della Scuola Elementare “R. RIPANDELLI” di Civitella Roveto nell'anno scolastico 2003-2004.
Insegnante: Maria Teresa Alfano
Alunni: Edoardo Alfano, Veronica Corradi, Antonio De Filippis, Marta Fabiani, Sanid Izeti, Eliana Mariani, Fernando Morelli, Raffaele Morelli, Valerio Renzi, Simone Sabatini, Vittoria Sauli, Valerio Tolli.



 
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