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UNO SGUARDO NEL PASSATO
La liberazione della Valle Roveto, che aveva conosciuto i rigori di quell’inverno, gli stenti, le ristrettezze di tutti i beni di consumo, il terrore della rappresaglia tedesca, le paure di improvvisi bombardamenti aerei, avvenne nei primi giorni del giugno del 1944. Civitella Roveto fu occupata dalle truppe neozelandesi l’8 giugno.
Qualcuno racconta che la mattina del 24 giugno 1943 a Civitella non c’erano giovani che potessero portare in processione la statua di San Giovanni Battista. All’appuntamento tanto atteso da ogni civitellese mancavano infatti molti ragazzi, impegnati purtroppo nella Seconda Guerra Mondiale. Fortunatamente in piazza arrivarono quattro giovani militari in licenza (Gino Colucci, Antonio Colucci, Emilio De Rosa, del quarto non si ricorda il nome) che vennero invitati dal festarolo (colui che organizzava la festa) ed ebbero l’onore di portare la statua del Santo Patrono lungo le vie del paese abitato, a quel tempo, solo da donne, vecchi e bambini. Il Santo apparì finalmente sulla porta della Chiesa, l’emozione, che prova ancora oggi ogni civitellese, fu veramente immensa. Inutile descrivere il dolore, il pianto di tante mamme che chiedevano al nostro amato San Giovanni Battista aiuto e protezione per i propri figli che rischiavano la vita in terre vicine e lontane.
SAPETE CHE…
Una volta, per finanziare le feste patronali di giugno, venivano effettuate raccolte (questue) di beni alimentari. Queste iniziavano il giorno dell’esposizione della statua di San Giovanni, il 25 aprile. Fra questa data e quella della festa del 24 giugno aveva luogo la raccolta del formaggio. Il “festarolo” si recava personalmente nelle mandre per chiedere la giornata di formaggio per San Giovanni. Le questue successive, del grano, del granturco e del mosto, iniziavano dopo la celebrazione del 24 giugno quindi, i fondi raccolti, erano devoluti per la festa dell’anno successivo. Ad esse erano preposte delle ragazze, le questuanti, che a coppie o da sole si recavano nelle aie. Qui chiedevano un’offerta per la festa del patrono. Dicevano: - Dio vi benedica! Semo venute a rescote pe San Giuanni! – Il contadino offriva una coppa o una coppa e mezza di grano e la questuante ringraziava: - Cento pe’ uno! – L’offerente allora rispondeva: - Accuscì pozza esse –.
Dopo di che le ragazze trasportavano il grano sulla testa fino alla casa del festarolo dove veniva rivenduto. Lo stesso cerimoniale si ripeteva a fine agosto, durante la spannocchiatura del granturco, e verso ottobre, dopo la pigiatura dell’uva.
Fra tutte le questuanti solo le quattro che raccoglievano più grano per la festa ottenevano il diritto di sfilare in processione davanti alla statua di San Giovanni Battista. L’abito che avrebbero indossato per la festa rimaneva un gran segreto fino alla mattina del 24.
Il 24 giugno, con i piedi immersi nell’acqua del fiume Liri, ragazze e ragazzi stringevano legami di comparatico: si legavano con una forma di parentela magica e indissolubile nel nome di San Giovanni Battista. Si stringevano i mignoli delle mani e dondolando le braccia recitavano: - Cumpare i cummare damuce la mano, la mano ce lla demo i cumpari nu saremo! –. Il legame diveniva così sacro e inviolabile per tutta la vita.
PROVERBIO
• “L’acqua di giugno leva pane, vino i undo”
La pioggia di giugno toglie pane, vino e olio (distrugge il raccolto).
VOCABOLI DIALETTALI
GLIENNERO: genero.
CURAGLIA: collana di perle.
POESIA
24 GIUGNO
L(e) stelle ancora r(e)lluc(e)no
mmeso agliu cielo ch(e) pare d(e) v(e)lluto,
i la notte zitta zitta
s(e) r(e)veglia cugli botti
i gliu rumoro digliu fiumo Liri
ch(e) chiama: -V(e)nate all’acqua me, fresca i b(e)n(e)detta
don Franco e pronto p(e)la messa
i tutti aspetta!-
Gliu cielo s(e) ‘ncumincia a ‘mpallidì,
l(e) nuvolette liggere i bianche fanno a nascunnarella.
Na luce chiara i bella
s’affaccia sopra a Civitella.
Eccuce alla piazza
cugl’abbituccio gnovo.
Puro Ferruccio se ‘ncravattato.
Se rintriccato a nu tavulino
mmani te carta i penna
n(e) ‘nc(e) manca nu bicchiuruccio di vino.
Subbito ‘ncumincia a crità:
-San Giovanni otto milioni!-
L’asta sta ‘ncumincià,
Ferruccio m(e) pare nu treno,
i tutti stanno arricchià!
- San Giovanni nove milioni……dieci….
Quindici……uno…due….tre…
L’asta e chiusa!-
Alla piazza col(e)ma
si rispira n’aria d(e) magia.
Sparaturi, bandisti, cunfrarernite i chirichetti so pronti,
e tutta n’armunia!
Mamma mea, ch ‘mozione,
tengo gliu coro ‘nganna,
batte forte, s(e) ’nfiamma!
Gliu primo raggio d(e) solo
e arrivato abbocca agliu purtono d(e)lla chiesa.
Eccuio, San Giuvanni!
Gliu patrono nostro!
Gliu giuiello, gliu coro nostro!
Cummo e beglio!
Te na faccetta d(e) cera,
na uccuccia zica zica, du perle d’occhi,
cu gliu dit’ arzato
tutto d’oro ‘mbrilluccato.
Ogni civit(e)llese te gl’occhi ‘nfussi d(e) pianto,
i manna basci a quio amato santo.
Mendro na vicchiarella tra la gente crita:
-Evviva San Giuanni! Evviva San Giuanni!-
La pritissione longa
passa p(e) l(e) vie vecchie i gnove
digliu paeso tutt’ accunciato
c’addora d’incenzo i d(e) fiori d(e) prato.
- O Giovanni che fosti il più santo
Civitella t’ha dato il suo cuore…..-
‘Sta canzone tutti la cantano forte:
v(e)cchi, giuunotti, criature,
i mmalati arrete all(e) porte.
(CLASSE V)
GIOCHI DEI NONNI
GIOCO CON BOTTONI O SASSOLINI.
Il gioco si svolge sopra un muretto all’estremità del quale bisogna spingere sassolini o bottoni sempre con le piticchiate, evitando di farli cadere oltre il muro.
CONSIGLI DELLA NONNA
PROFUMO D’ACETO
Versate due gocce d’aceto e una di ammorbidente nell’acqua che usate per riempire la caldaietta del ferro. Non solo eviterà la formazione di calcare, ma darà al bucato un profumino niente male!
Realizzato dalla Classe Quinta della Scuola Elementare “R. RIPANDELLI” di Civitella Roveto nell'anno scolastico 2003-2004.
Insegnante: Maria Teresa Alfano
Alunni: Edoardo Alfano, Veronica Corradi, Antonio De Filippis, Marta Fabiani, Sanid Izeti, Eliana Mariani, Fernando Morelli, Raffaele Morelli, Valerio Renzi, Simone Sabatini, Vittoria Sauli, Valerio Tolli.